LA MONTAGNA

Cosa ci sarà lassù. Cosa c'è in questo sasso di tanto irresistibile. Don è stremato, e anche io sto per gettare la spugna. Sempre in salita. Non c'è possibilità di riposarsi un attimo. Roccia e ghiaccio ovunque. Quando troviamo una sosta, il vento ci gela. E poi ci sono le pietre che scaricano da su. Ma per qualche strano motivo, continuiamo ad andare avanti. Sento una voce dietro di me, è Don. "Non ce la faccio più... per me è finita! Torno giù!" Sarebbe il momento migliore per rinunciare, Don è sfiancato e io lo riaccompagno giù. Si sa quanto sia pericolosa la discesa. Sarebbe un'ottima scusa. Già una scusa. Guardo sopra di me, centinaia di metri di roccia e gelo e vento... Non posso prendermi in giro, non posso rinunciare. Guardo Don che torna sui suoi passi. Un puntino nell'immenso, non devo preoccuparmi per lui. Tra qualche ora sarà al campo. Se guardo intorno a me, vedo solo una luce forte, che cerca di scolorire tutto, rendere tutto più bianco. Più puro. Sono solo. Ma non riesco a sentirmi solo. Sarebbe impossibile non sentire il richiamo della montagna. C'è qualcosa che mi parla di continuo. Le sue parole si mischiano al suono del vento. Non sono solo. La ricerca dell'effimero, mi sento un conquistatore dell'inutile. Tutto questo sembra non avere senso, e probabilmente non ce l'ha, ma non posso farne a meno, è più forte di ogni umana cognizione. E se questa montagna fosse infinita? La scalerei fino alla morte... come si fa con la vita, segui il tuo percorso e poi muori. Il cielo comincia a diventare scuro. L'aria si fa rarefatta... muovere un passo è una fatica sovrumana. Cerco una scusa per tornare indietro, ma non ne trovo. Dovrei darne conto alla mia coscienza. Non c'è più stanchezza, fame o freddo, c'è solo da compiere un percorso, segnare una linea sulla cresta. Non posso più tornare indietro. Ci siamo solo io e la montagna, non ci sono famiglia, sentimenti, paure, leggi. Sembra che storia e società non siano mai esistite. Niente più ha senso, neanche salvare la pelle. "Ecco... ci sono, la cima". "Ma... sono io... un altro me... uguale a me". "Cip cip bell'uccellin... cip cip signore... quanto ci vuol per la città... un paio d'ore".

Antonio Cella

Commenti

antonio ha detto…
Bella, molto bella. Complimenti. Il finale mi ha proprio colpito.
Peppe ha detto…
La grafica è molto bella. Il contenuto interessante. Ti serve uno sponsor per pubblicarle e far concorrenza ai fumetti di Dylan Dog. Continua e pubblica sul web.-
Ciao Peppe. Alla prossima.

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